L'ORIGINE DELLA FILOSOFIA

L’affermazione secondo cui la filosofia nasce in Grecia intorno al VI secolo a. C. intende riferirsi all’apparizione, in quel tempo e in quelle regioni, di un’attività culturale caratterizzata da indagini condotte con metodo critico e razionale. Questa attività si presenta con caratteri propri, distintivi rispetto a forme di pensiero che, pur in qualche modo accostabili ad essa, se non altro per gli ambiti di sviluppo e per gli oggetti di cui si occupavano, procedevano con strumenti e si esprimevano in forme differenti.

Con la filosofia si definisce una conoscenza che è tale in quanto non condizionata, ossia libera da ingerenze esteriori all’indagine razionale. Tuttavia il significato di ‘razionale’ non è acquisito una volta per tutte, essendo il risultato di una continua contesa.

La filosofia dei Greci non si può comprendere senza fare riferimento all’universo spirituale della polis, la formazione politica che si sostituì, attraverso vicende complesse e secolari, agli antichi regni. È nella polis che emerge la preminenza del linguaggio ed è nell’elemento del linguaggio che si costituisce il logos greco. Nella polis il logos manifesta la sua origine politica. L’emergere del logos classico chiama in causa, come sua condizione, l’emergere della dimensione pubblica. Qui l’aggettivo pubblico deve essere inteso sia con riferimento ad un interesse comune contrapposto agli interessi privati, sia con riferimento a pratiche che sono sotto lo sguardo di tutti e non più di esclusiva competenza di pochi. L’esigenza del controllo stimola e sorregge la pubblicità sia del potere sia delle manifestazioni culturali. D’altra parte, di fronte alle degenerazioni demagogiche, l’esigenza di controllo e di pubblicità diviene esigenza di un controllo e di una trasparenza “razionali”, non più in balia di umori e poteri contingenti. È a questo punto che si inserisce l’opera di Platone, preparata dall’attività di Socrate.

Ciò che interessava prima Socrate e poi Platone non era semplicemente dominare l’avversario mediante l’abile uso del linguaggio, ma trovare la via attraverso cui si perviene ad una conclusione che vincola in quanto riconosciuta vera e non semplicemente accidentalmente utile o piacevole. Così si costituiva il problema fondamentale della filosofia occidentale, ossia il problema della Verità in quanto essa deve essere attinta con forze esclusivamente umane. Così si costituisce l’idea di ragione che obbliga a superare ogni unilateralità e accidentalità, soprattutto quando l’unilateralità e l’accidentalità si ammantano dell’alone di verità.


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