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FILOSOFIA E SCIENZA De Chirico. L'inquietudine del filosofo La filosofia ha preteso, spesso, di comprendere il proprio tempo partendo da una nozione dell’essere, ossia dalla metafisica. Questo, oggi, non è più possibile. Questa impossibilità non esclude, tuttavia, che permanga il bisogno di connettere, concettualmente, il proprio tempo in una visione che quanto meno aspiri ad una totalità, sebbene sempre aperta. È evidente, oggi, la separazione delle scienze dalla filosofia intesa in modo tradizionale, ossia o come metafisica o come sistema delle scienze (Enciclopedia in senso hegeliano). La filosofia non può più aspirare ad una fondazione delle scienze. Il loro sviluppo risulta refrattario ad ogni guida filosofica, trovando esse in sé stesse la propria logica. In modo ancora più radicale, si può dire che la scienza è una realtà in grado di autodefinirsi.  La riflessione filosofica come comprensione del proprio tempo non può fare a meno della riflessione degli scienziati. Dev...
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 L'Idealismo della scienza In Platone converge, per acquisire una nuova fisionomia antisofistica, il pensiero dei primi pensatori che avevano cercato il principio (arché) da cui ogni ente deriva il proprio essere. Su questo punto è essenziale la lezione del Cassirer.  L’atteggiamento filosofico di fronte al mondo compare quando dalla considerazione del molteplice esistente si risveglia la coscienza dell’unità dell’essere.  Inizialmente la soluzione del problema venne cercata senza abbandonare il terreno dell’esistente molteplice. «Si estrae un esistente singolo, particolare e limitato, per dedurre e ‘spiegare’ geneticamente ogni altro in base ad esso» (Fenomenologia delle forme simboliche. Il linguaggio, La Nuova Italia, 1987, p. 3)  A questo livello della riflessione il problema dell’essere non è stato ancora colto nel suo autentico significato. Anche quando il principio viene indicato in un ente ideale (ad esempio il numero di Pitagora o l’atomo di Democrito...